Riflessioni di una nottambula
Storie e punti di vista:"l'istinto di narrare"di Jonathan Gottschall (Bollati Boringhieri 2014).
Sottotitolo:come le storie ci hanno reso umani.
Lo conoscete? che ne pensate del libro di Gottschall?
Si tratta di un docente di letteratura americano il quale spiega come sia in realtà la capacità affabulatoria, più che i progressi della tecnologia e della scienza,a tenere unita la società: non smettiamo di raccontarci(ci) storie neppure quando le macchine sono ferme.
Rese con una bravura pari all'oggetto del suo discorso,le teorie esposte nel suo libro meritano di essere approfondite e non mi voglio sostituire a lui.
Mi limito a scrivere ciò che mi ha fatto venire in mente....
Negli ultimi due o tre anni le storie,intese come fiction TV,ma anche romanzi,manga,sono state sottoposte ad un fuoco di fila di critiche così rapido e contraddittorio che è impossibile anche solo tentare una replica seria,a meno di essere disposti a perdere lucidità a nostra volta.
La frequenza di ricatti sessuali per far carriera nel mondo dello spettacolo è la scoperta dell'acqua calda; peraltro, si sono sempre fatte preferenze nelle assunzioni,a sfavore di persone di colore: non c'è nulla di nuovo in questo.
Quello che è nuovo è la velocità con cui notizie false e vere si propagano prima che noi possiamo verificarle: ciò si attribuisce all'abbandono del quotidiano come fonte principale delle notizie.
E alla scarsa abitudine alla lettura, frutto di una mentalità che la rende utile solo a scuola,mentre la DAD dell'ultimo anno l'ha relegata a semplice intrattenimento.
Il movimento meToo è apparentemente confluito nella CancelCulture.
Talvolta si arriva a confondere l'attore di un telefilm con il personaggio che interpreta, come non accadeva neppure nei primi anni del cinema muto, quando il grande schermo era una novità per certi versi spaventosa.
Qual'è l'errore di fondo? Tutti i personaggi di una fiction,principali o secondari, hanno dei problemi.
Perché altrimenti ne uscirebbe una storia mortalmente noiosa....
E,udite udite, spesso sono problemi nei rapporti con gli altri, che siano di questo o di un altro paese perché, accidenti.... è questa la storia umana!
Poi ogni scrittore declina la questione a modo suo, più o meno in buona fede,ma dev'essere il lettore a giudicare.
Non il giudice, il prete, il politico.
Spesso,si attribuisce la responsabilità ai movimenti di protesta femministi e afroamericani, rei di confondere fantasia e vita reale,ma parecchi dei loro rappresentanti sono insegnanti, intellettuali,sindacalisti,gente di spettacolo,ben consci del pericolo insito nella capacità affabulatoria.
Peraltro,non sono stati degli attori quelli che hanno tentato l'assalto alla Casa Bianca, sperando di riconfermare Donald Trump nonostante il risultato delle elezioni vedesse vincitore il concorrente.
La spiegazione più ragionevole al precipitare degli eventi in un senso o nell'altro, all'incapacità di descrivere lucidamente le proprie esperienze, è la preponderanza di Internet nelle nostre vite.
Lo si paragona all' impatto che ha avuto la TV in Italia: è vero,ma solo in parte.
La televisione va sempre dall'alto verso il basso;non possiamo interagire con gli attori,ma neppure con gli addetti ai lavori.
Abbiamo la libertà di spegnerla o di farci influenzare,o di ignorarla.
Tuttavia, neppure chi si muove dall'altra parte del piccolo schermo può sentirci,o vederci.
Internet, invece, è trasversale per definizione; potenzialmente,ci troviamo tutti sulla stessa linea orizzontale.
Questo,si dice, comporta il massimo grado di democrazia....e l'esatto contrario della democrazia: se in un forum arrivano due o tre persone che hanno letto un solo libro, facilmente si troveranno per affinità elettive.
La narrativa,allora, diventerà subito storytelling, strumentalizzazione.
Forse queste persone verranno stigmatizzate dagli altri utenti; forse no.
Cosa ne pensate?
Che importanza date alle storie in questo periodo?vi preoccupa quello che succede oltreoceano?
L'altro grande libro che mi ha ispirato queste riflessioni è Oltre il senso del luogo, Joshua Meyrowitz, Baskerville 1993.
Anche questo da recuperare (datato,ma per molti versi applicabile alla rete).
Prima illustrazione:Annie e Candy neonate, abbandonate all'orfanotrofio.
Oggi sarebbe impensabile proporre questa scena in un programma per ragazzine.....
[Modificato da Kinoko(2020) 20/03/2021 23:17]